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Il boom degli Albi e le nubi sulle Casse
di Laura Cavestri e Francesca MilanoCronologia articolo24 agosto 2010Commenti (1)
Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 08:44.
L'ultima modifica è del 24 agosto 2010 alle ore 08:45.
In tempi di incertezze i giovani hanno cercato riparo negli Albi. Lo dicono i dati delle Casse private, che raccolgono ogni anno migliaia di nuovi iscritti. Gli avvocati, in primis, il cui numero ha sfondato il tetto delle 150mila unità, con un incremento del 135,9% dal 1996 al 2009. Ma anche le professioni tecniche come quelle di ingegneri e architetti vivono un boom senza paragoni: in quattordici anni – segnala l'inchiesta del Sole 24 Ore sullo stato di salute degli enti previdenziali – gli iscritti all'Inarcassa sono aumentati del 138%, passando da poco più di 62mila ai quasi 150mila attuali.
Se tanti (tantissimi) hanno cercato riparo sotto l'ombrello delle professioni ordinistiche è chiaro che ora quell'ombrello non riesce più a coprire tutti: soprattutto i giovani, infatti, faticano ad affermarsi e raggiungere una adeguata capacità di reddito. Una situazione che li penalizzerà anche in futuro, visto che la ridotta capacità di risparmio previdenziale si ripercuoterà sugli assegni pensionistici. D'altra parte, i giovani sono necessari alle Casse e la previdenza ha bisogno delle nuove leve per continuare a pagare le pensioni alle generazioni precedenti.
I numeri delle Casse fotografano, però, anche un altro trend: quello delle professioniste che aumentano e che – in alcuni casi – si apprestano a raggiungere i colleghi maschi (se non nel reddito, almeno nel numero di unità). Nel mondo dei consulenti del lavoro, per esempio, le quote rosa hanno raggiunto il 42,9% e un tasso simile si ritrova tra gli avvocati, dove sono donne 4 legali su dieci. Più lontane dal pareggio le commercialiste (rappresentano solo il 28,3% degli iscritti alla Cassa) e i notai donne (28,5%). Un gran balzo in avanti lo hanno fatto le veterinarie, che dal 2000 al 2009 sono cresciute dal 24,6% al 39,7% e le giornaliste, aumentate di dieci punti in nove anni. L'unico settore in cui le donne hanno già superato gli uomini è quello dei farmacisti: qui le quote rosa sfiorano il 70 per cento.
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